La pia tradizione in cui la Vergine Maria avrebbe dato a s. Simone Stock lo Scapolare dell’Ordine, con la devozione dell’abitino ad essa connessa, è certamente la parte più conosciuta della tradizioine mariana Carmelitana.
Lo Scapolare del Carmine quale segno del premuroso amore e della protezione della Madre verso i suoi figli spirituali e della loro consacrazione o affidamento a lei, si è diffuso per tutto il mondo divenendo una devozione comune a tutta la Chiesa.
Eppure, la relazione tra Maria e il Carmelo, che è stato molte volte descritto come tutto mariano, non si esaurisce qui.
L’Ordine è nato in una valle del monte Carmelo, presso la fonte di Elia e intorno ad un oratorio dedicato alla Vergine Maria. Dedicandole questa loro prima chiesa, i Carmelitani l’hanno scelta come loro patrona e si sono votati al suo servizio.
Questo servizio si esprimeva sin dall’inizio non solo nella venerazione, ma particolarmente nell’imitazione e si è subito colorato di tenerezza filiale sì che il titolo di Madre del Carmelo ha preso il soppravvento su quello di patrona.
Inoltre, l’imitazione di Maria spinse i Carmelitani a considerarla anche come loro sorella, vale a dire come colei che ha vissuto prima di loro e in modo del tutto perfetto lo stesso ideale di unione con Dio a cui essi aspirano.
Nel cammino storico della relazione del Carmelo con Maria gli aspetti che rifulgono con maggiore splendore sono la coscienza della presenza di Maria nella sua famiglia e la coscienza del Carmelo di avere una forma mariana di vita. Il primo aspetto ha generato una grande familiarità con Maria, fino a raggiungere in alcuni casi l’unione mistica.
Il secondo aspetto mette il Carmelo “nel cuore della Chiesa” per servirla con quegli atteggiamenti che sono tipicamente mariani: l’ascolto che porta a generare Cristo in se stessi e nel mondo, l’attenzione all’Altro e agli altri, l’accoglienza, la tenerezza, la semplicità di vita, il culto della bellezza interiore…