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RESTAURO DELLA CHIESA SANTA MARIA DEL CARMINE DI PISA

La Provincia italiana dei frati Carmelitani dei S.S. Elia profeta, S. Alberto di Sicilia, S. Andrea Corsini, gode di un gioiello architettonico, artistico e culturale a Pisa.

Il suo consolidamento e il restauro architettonico-decorativo hanno richiesto due anni di lavoro, l’impegno economico da parte dei Padri e un consistente contributo da parte della Fondazione Pisa.

I lavori hanno compreso il consolidamento strutturale murario secondo le norme antisismiche, il restauro della copertura, della facciata principale e dei fronti, della navata, delle cappelle e dell’insieme significativo di apparati decorativi, stucchi, marmi intarsiati, altari, confessionali e corredi lapidei.

Hanno collaborato a tale impresa ditte, professionisti, restauratori, artigiani di grande esperienza e professionalità.

Era l’anno 1325 quando i Carmelitani di Pisa furono autorizzati da Papa Giovanni XXII a stabilirsi all’interno delle mura urbane e il Priore, frà Donato Carratella, acquistò un ampio terreno nel popoloso e attivo quartiere di Chinzica, l’area più vivace della Pisa del Trecento.  Nel 1327 si insediarono quindi nelle case allora disponibili, dotate di corte e portici, magazzini, pergolati, orti, pozzo e alberi da frutta.

Qui iniziarono a pianificare l’evoluzione della nostra bella chiesa di Santa Maria del Carmine e del nuovo nucleo conventuale. La prima chiesa, ancora piccola e semplice, è ancora individuabile nella zona delle cappelle absidali, al cui esterno sono visibili le originarie finestre ogivali.

Il nuovo nucleo conventuale diviene subito un vivace e rigoroso focolare religioso per il quartiere; nell’arco dei secoli successivi, molte famiglie pisane e fiorentine qui residenti, elargiscono donazioni, richiedono sepolture e costruiscono altari contribuendo all’accrescimento della chiesa e del convento. Al suo abbellimento contribuì anche il Masaccio con la realizzazione di un polittico d’altare, poi rimosso nello spirito della riforma dettata dal Concilio di Trento e dalle conseguenti modifiche liturgiche codificate nel 1577 dal Cardinale Carlo Borromeo, che attribuivano all’altare maggiore l’unico intento di glorificare Dio eliminando le figure dei Santi. Una sola tavola del polittico è ora conservata al Museo Nazionale di San Matteo.

Il restauro ci restituisce una bella chiesa, dove il recupero dell’antico verde chartreuse nella navata, costituisce il fondo omogeneo ideale capace di legare la varietà cromatica e luminosa dei rilievi decorativi e delle tarsie marmoree. Il fondale omogeneo è scandito, in basso, da una balza in finto marmo che accompagna i toni delle cornici marmoree degli altari, nella zona intermedia da una fascia marcapiano in finto marmo; in alto, è concluso dall’ alta fascia a dentellatura neoclassica emersa durante gli ultimi saggi.

La fascia terminale annuncia, nella sua porzione più elevata, i toni chiari, ovattati e polverosi che nel Settecento, in assenza di volte, venivano usati per scialbare le orditure lignee e il laterizio di copertura con l’intento di armonizzarle alla preziosità del contesto decorativo.  In questo caso i toni accennano al tenuissimo azzurro della volta absidale che ricorda il colore di Maria nostra Madre e Sorella.

Questa chiesa si trova, fra l’altro, in una posizione strategica. Solo cinquecento metri e dieci minuti di cammino la separano dalla piazza della stazione (anch’essa appena riqualificata), e dei bus. Volge il prospetto e il sagrato su Corso Italia, una passeggiata pedonale di circa due chilometri che collega la stazione alla straordinaria piazza del Duomo (patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1987) dove si trovano la cattedrale di Santa Maria Assunta e la famosa torre pendente. Una passeggiata ricca di negozi e vetrine di ogni genere, frequentata da moltissime persone residenti in città e provenienti dai paesi circostanti, studenti delle varie università e turisti.

È una chiesa parrocchiale, molto frequentata, per cui viene offerto un servizio di assistenza continuo, sia spirituale grazie alle guide carmelitane, sia per assistere il fedele nelle proprie esigenze.

Le S.s. Messe vengono celebrate sia al mattino che nel tardo pomeriggio, riscontrando una buona affluenza di fedeli. L’organo, antico e di ottima qualità, accompagna le cerimonie più importanti e vari concerti eseguiti durante l’anno.

In prossimità dell’inaugurazione, la sera del 7 luglio a tal proposito, si è tenuto un concerto durante il quale sono stati presentati i lavori di restauro: il Coro Polifonico San Nicola insieme alla Tuscan Chamber Orchestra e ai solisti Federica Nardi, Sara Bacchelli, Carlo Messeri e Carlo Cigni ha eseguito il Te Deum di Charpentier, il Magnificat di Pachelbel e  – in prima esecuzione – il Concerto Sacro della Beata Vergine Maria del Carmelo appositamente composto dal musicista pisano Marco Bargagna. Il concerto è stato diretto dal maestro Stefano Barandoni, direttore di coro e organista nella nostra chiesa. L’8 luglio alle ore 18.00 vi è stata la cerimonia inaugurale con la presenza di S.E.R. Giovanni Paolo Benotto Arcivescovo della città, il Sindaco, il vice provinciale dell’Ordine dei Carmelitani M. Rev. p. Nicola Sozzi, il Rettore degli studenti carmelitani Rev. p. Felipe Castro Cabarcas e gli stessi studenti carmelitani i quali hanno prestato servizio alla cerimonia, i vari Presbiteri a noi molto cari e tutto il popolo di Dio. All’inizio di questa celebrazione il Vescovo ha benedetto la chiesa.

 

Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di realizzare questo progetto, La Fondazione Pisa, la Banca Popolare che si è assunta un grosso carico, la Banca BPM, tutti i nostri benefattori e tutti coloro che hanno lavorato in questo progetto non solo con le mani e le opere ma con il profondo del proprio cuore, come l’arte stessa ne è maestra.

Il signore ci accompagni e la Vergine Maria del Monte Carmelo ci prenda per mano.

Grazie!

P. Augusto Tollon O.Carm.

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