Voglio raccontarti una storia quasi inverosimile. Siedi! Fai un attimo di silenzio dentro di te. Ascolta e rifletti su questa breve storia che potrebbe esser la tua, se solo pensi, come facevo io: “Da dove vengo? Chi sono? Per dove sto andando? Ha un valore la mia vita? Ho un ideale cui guardare fisso?”. Qui inizia la mia storia. Te la racconto volentieri perché so che tu, come me, non vorresti sprecare la tua vita; anzi, vuoi valorizzarla, vuoi realizzarla, vorresti raggiungere la più ambita delle mète. Ero un’adolescente come te: un po’ troppo vispa, orgogliosa, indipendente.
I miei mi osservavano attenti e mi indirizzavano con dolcezza verso la scuola, la fede, la preghiera. Io, però, non ero il tipo da piegarmi facilmente: ero testarda e vanitosa. Arrivavano, di tanto in tanto, qualche rimprovero e anche qualche castigo.
Ma un bel giorno, rimasta sola in casa, cominciai a sfogliare un libro dal titolo: “Piccoli fiori”. Mi interessava…allora mi nascosi in un angolino di casa, in penombra, e lessi queste parole: “Se vuoi, puoi arrivare alla vetta più alta di questo mondo scalando un gradino per volta sul sentiero di pietre vive…”. Quei “gradini” di cui parlava il libro, li dovevo trovare io a mano a mano che mi inerpicavo sulla montagna alta migliaia di metri. Continuai a leggere: “I gradini sono sei atti di volontà che tu farai”. Il racconto cominciò a prendermi tutta: cuore e mente.
Leggevo e mi perdevo in quel racconto, sognando quel sentiero straordinario che conduceva ad una vetta…quella vetta bianca di neve, carezzata dal sole e battuta dal vento mi affascinava fino a farmi cantare di gioia! Arrivata alla fine del racconto di quel “Piccolo fiore”, mi sento come sfiorare in tutto il corpo da un brivido caldo, da una carezza di mano non umana. Capii e mi dissi: “Questo…è Dio!”.
E caddi in ginocchio pregando come non avevo mai fatto. Era una preghiera piena di felicità la mia, spontanea, calda, bruciante ma rinfrescata dalle mie lacrime liberatorie. “Mio Dio, quanto sei soave, bello, travolgente…Non potrò mai più vivere senza di Te! Ecco, prendimi per mano e fammi salire fin su quella vetta dove potrò vederti.
Ti prego, prendimi per mano come un Amico e fammi salire”. Esultante mi sono alzata e ho abbracciato quella mia avventura meravigliosa, sconvolgente, travolgente che mi doveva portare alla Montagna della felicità di Dio: il Carmelo. In famiglia non mi mancava affetto, amore e tutto il resto.
Ma ho preferito partire da casa mia e optare per una vita di povertà, obbedienza e castità. Rinunciare a ciò che il mondo offre, inganno e vanità, per una cella dove il Cielo, cioè Dio stesso, vive e lo senti…è niente! Mentre è un’esperienza che vorrei offrire ad ogni giovane in cerca di felicità, di pace, di gioia duratura e profonda.
Quando ho lasciato la mia famiglia e gli amici, ho visto le lacrime che rigavano i loro volti, ma in me c’era un fuoco che mi divorava già: era il fuoco di un Dio Amore e Tenerezza.
Suor Maria Elvira del SS.mo Sacramento
Madre Elvira ci ha lasciato per il Signore, domenica 10 giugno 2012 solennità del Carpus Domini.
Fonte: Monastero Carpineto Romano